La ragazza di Chagall di Antonella Sbuelz


Partendo dall’ infanzia tra i laghetti e i sassi dell’appennino tosco emiliano rivissuto con gli occhi di una bambina, il racconto si sviluppa drammaticamente negli anni che hanno preceduto la dittatura e il secondo conflitto mondiale, con le persecuzioni razziali, il confino a Ventotene presso Trieste con altri condannati dal regime, le virulente e magnetiche adunate mussoliniane, i timori e i sogni di libertà.
Il mondo improvvisamente si incrina, nelle semplici e a volta dolorose esperienze dell’adolescenza si innesta il virus dell’odio che obbliga ognuno a prendere posizione, con servilismo, opportunismo, angoscia, coraggio, o a fuggire per difendere sé e proteggere i propri cari.
Sono più voci di speranza, di paura, che riescono a evidenziare la profondità di gesti semplici, particolari realistici e sensuali, ricordi e preoccupazioni di una giovinezza inquieta rielaborata nei pensieri, nelle lettere, nei diari, e a cui solo il tempo darà risposta e a volte sarà quella della vendetta. Non solo è ricostruito in modo dettagliato il periodo storico, ma anche l’amenità dell’ambiente naturale nelle sue stagioni, gli interni abitativi o dei trasporti all’epoca e ogni particolare possa coinvolgere il lettore e trasportarlo nelle vicende passate.
A volte la narrazione procede avanti e indietro nel tempo, scorrendo con le onde della poesia, In tal caso le parole colpiscono l’immaginazione anche se come lettore ho trovato qualche difficoltà ad orientarmi. Ho pensato che il riferimento a Chagall non è solo il volo della bambina al di là dell’oceano, ma anche ai colori delle immagini, al volo dei pensieri al di là dei tempi e dei luoghi. Apprezzabile il crescendo di emozioni che caratterizza lo svolgersi dei fatti, dove la tensione si insinua con sguardi, lampi, pericoli, trascinando nell’angoscia la protagonista. Il finale è commovente e niente di più può regalare la lettura di un romanzo.

“La ragazza di Chagall” di Antonella Sbuelz Ed Forum 2018

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